domenica 21 aprile 2024

Liberati del superfluo

Viviamo nella società delle apparenze. In questa società le persone amano avere, avere e ancora avere, in un processo senza fine, una sorta di vortice di dipendenza dalle cose, amicizie, posizioni sociali, che porta ad accumulare, accumulare ed ancora accumulare.. Ma che senso abbia tutto ciò, pochi se lo sono chiesti.

Sicuramente, l'avere, l'apparire, il mostrare all'esterno la propria facciata ha a che fare con delle forme di dipendenza, certo, ma, anche e soprattutto, con il desiderio di compensare ciò che non si riesce ad essere perché non si ha il coraggio di esplorare la propria interiorità.

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E' dentro di noi, infatti, l'unico posto in cui possiamo trovare ciò che cerchiamo e accumuliamo fuori, e non è un nuovo diamante, un pezzo d'antiquario, l'iscrizione ad un club prestigioso o un lavoro molto ben retribuito, niente di tutto ciò. Esso è qualcosa di più prezioso, profondo e che potrebbe dare una svolta alla nostra Vita: RITROVARE NOI STESSI E CAPIRE CHE SIAMO GIA' COMPLETI, COSI' COME SIAMO.

Bisognerebbe cominciare ad esplorare e riempire gli spazi interiori di maggior coscienza, conoscenza, silenzio, gioia, felicità, amore, passione per la Vita svuotando, al contempo, gli scaffali di roba inutile, quella che si compra quando si è in giro per noia, desiderio di apparire, compensare il vuoto interiore col pieno di cianfrusaglie esteriori.

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Se solo molti aprissero gli occhi, si accorgerebbero di quanti oggetti inutili, relazioni fallimentari, lavori frustranti, si circondano al solo scopo di apparire, quanto tempo sprecato nel teatro delle vanità, a mostrare che si ha di più, a volte con arroganza, per mascherare il proprio disagio, la difficoltà a far pace con se stessi, a star bene con ciò che si è, non con ciò che si ha, che è solo illusione, compensazione, apparenza, quindi effimero, polvere, inutile per certi versi.

Questo non vuol dire che non si deve più vestire bene, divertirsi, avere una bella casa, un'auto di lusso, non è quello il concetto, chi crede questo è fuori strada, completamente. Io parlo di ritrovare se stessi per poi vivere CONSAPEVOLMENTE la propria Vita e, credetemi, se riuscite a centrarvi, molte cose che vi circondano e che avevate comprato per compensare il bisogno di ricerca interiore, di centratura, non vi serviranno, vi risulteranno superflue.

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Il mio invito è di volgere lo sguardo al vostro interno, ciò vi porterà a scoprire il vostro mondo interiore, in gran parte inesplorato, fino a farvi sentire completi, connessi, UNO con l'universo intero. Fatto questo, vi verrà spontaneo liberarvi dal superfluo: cianfrusaglie che non utilizzate mai e che tenete in giro per casa, amicizie opportuniste, shopping compulsivo, un lavoro che odiate, un partner che non vi ama (che non amate) più.

Ricordate sempre: IL NUOVO ARRIVA SOLO PER CHI E' DISPOSTO A LIBERARSI DA CIO' CHE E' VECCHIO, INUTILE E NON PIU' FUNZIONALE. LASCIATE ANDARE, CIO' CHE NON VI SERVE, RIMANETE IN ASCOLTO DI VOI STESSI E A BRACCIA APERTE E, BEN PRESTO, IL NUOVO ARRIVERA' FINO A VOI, CAMBIANDO IN MEGLIO LA VOSTRA VITA.

Vincenzo Bilotta

lunedì 8 aprile 2024

Perché è così bello lamentarsi?

La lamentela è una moda, uno stile di Vita adottato dalla maggior parte degli esseri umani, essa è diventata una tradizione che si tramanda, in maniera più o meno inconscia, di padre in figlio... Bella eredità! Ma perché è così bello lamentarsi con gli altri di qualsiasi cosa, purché ci si lamenti?

Il fatto è che viviamo in un'epoca in cui c'insegnano la dipendenza dalle cose esterne, l'incompletezza in noi stessi e, di conseguenza, tutto ciò porterà, creerà la tendenza alla lamentela. Mancherà sempre qualcosa nella nostra Vita, specie se lo cerchiamo all'esterno, e la pubblicità, con tutto il team di psicologi che collaborano alla creazione degli spot, lo sa benissimo.

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Come ho accennato qui sopra, la lamentela per ciò che manca al nostro esterno è uno dei motivi per cui si manifesta all'esterno, con gli altri, quel sentimento di incompletezza, ma non ci si lamenta solo per l'illusione che ci fa dipendere dall'esterno per renderci degli eterni lamentosi ed incompleti.

Un'altra causa che porta a lamentarsi è il bisogno di essere compatiti dagli altri. Così, quando incontriamo certe persone particolarmente lamentose, veniamo scambiati per gli psicologi di turno o, peggio, per dei bidoni dei rifiuti nei quali scaricare, attraverso la lamentela, tutti i propri problemi, bello vero? Fantastico! (scherzo, ovviamente!)

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Abbiamo detto che ci si lamenta perché si vorrebbero più cose, come consiglia la pubblicità, ci si sente incompleti perché non si ha un partner, un lavoro o, in generale (lo fanno i professionisti della lamentela, quelli con mentalità da bar e birra) perché il sistema politico, stradale, statale, idrico, geografico, non vanno per come vorremmo (follia assoluta, insomma).

Ma uno dei motivi principali per i quali ci si lamenta è la paura di AGIRE per cambiare ciò che non ci piace della nostra Vita. Spesso, infatti, basterebbe una semplice azione volta al cambiamento, per avere risultati CONCRETI senza inutili sprechi di tempo ed energia utilizzati per lamentarsi.

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Quanto maggiore sarà la paura di agire, tanto più aumenterà la tendenza a lamentarsi, ad inveire contro le circostanze, il destino crudele, gli extraterrestri (e chi più ne ha, più ne metta, in questo lascio spazio al lamentoso professionista che, sicuramente, possiede le competenze più adatte).

Ma perché si ha paura di agire? Perché si teme il cambiamento. E perché si teme il cambiamento? Per paura di ottenere ciò che si desidera pensando, tuttavia, di non meritarlo! Che assurdità la mente umana coi suoi ragionamenti autosabotanti, vero? Eppure è così e la lamentela, vi garantisco, se non si riesce a bypassare questo processo di pensiero, continuerà Vita natural durante.

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Da oggi, quindi, sapete che, oltre alla lamentela, una soluzione più efficace e, soprattutto, CONCRETA, esiste: si chiama AZIONE e costituisce la strada verso la liberazione da tutte quelle situazioni nelle quali diversamente, continuando a lamentarvi, rischiavate di rimanere impantanati per sempre.

Non sperate che venga qualche supereroe a salvarvi, perché certi processi che portano ad AGIRE per trasformare la propria Vita sono frutto di scelte personali. Siete voi che dovete decidere cosa volete per poi andare a prendervelo. 

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Nessuno può sostituirsi alla vostra volontà, ciò perché è un processo interiore, una scelta personale, si tratta di cambiare le vostre convinzioni limitanti che vi portano a lamentarvi, fino a sostituirle con le giuste motivazioni che vi spingeranno ad AGIRE fino ad ottenere i risultati che, sicuramente, attraverso la lamentela, non sarebbero MAI arrivati.

Vincenzo Bilotta


lunedì 18 marzo 2024

Mollare i pensieri

Il problema attuale di tutta la razza umana è lo stress e la sua gestione. Il fatto è che per produrre di più le persone sono costrette a sacrificare il loro tempo libero e a vivere sotto pressione, il che causa, ovviamente, stress.

Ma il poco tempo libero in sé o la frenesia di un lavoro che richiede un elevato impegno mentale, alla fin fine, non sono la causa principale dello stress. Infatti, l'epoca nella quale viviamo, tenderebbe a sottoporre tutti alla loro dose quotidiana di stress. Ma come mai alcuni non riescono a gestirlo e cominciano a soffrire di disturbi psicofisici, mentre altri sembrano, addirittura, approfittarne per avere nuovi stimoli ed essere più competitivi e produttivi?

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Qui, come sempre, entra in gioco il fattore mentale. La mente, coi suoi pensieri che galoppano nelle teste delle persone alla stregua di tanti cavalli selvaggi, va gestita, tenuta sotto controllo attraverso esercizi specifici di presenza mentale che consentano di prendere coscienza di quello che accade nella nostra testa e come tutto ciò influenzi in maniera preponderante la fisiologia del nostro corpo e le nostre azioni/reazioni nei confronti del mondo esterno.

Occorre vivere il giusto quantitativo di stress, ciò per avere nuovi stimoli, rimanere attivi e sulla cresta dell'onda. Ma lo stress va anche gestito, come? Partendo dalla nostra interiorità.

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Occorre smettere di far girare per troppo tempo un pensiero poco produttivo o che ci crei ansia, stress, paura, sia esso relativo al lavoro e ai suoi sviluppi futuri che alla nostra Vita in generale. Pensiamo quel tanto che basta per programmare il nostro lavoro, una gita fuori porta per il weekend, ma smettiamo di pensare al lavoro quando torniamo a casa ed evitiamo, in generale, inutili fantasie mentali negative che possano destabilizzarci, a lungo andare, sul piano emotivo, prima, e fisico in un secondo tempo.

Sì, in sostanza vi sto chiedendo di mollare i pensieri, lasciateli andare, non vi servono, fate prendere aria alla vostra mente, lasciatela riposare! Altrimenti saranno i pensieri a mollare voi... Da morti però!

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Già, perché da vivi la vostra mente continuerà sempre e comunque, nonostante la meditazione, pratiche di presenza mentale e ritiri a pane e acqua in stile Alcatraz, a pensare, e pensare, e pensare... Spesso, anzi, soprattutto, quando non servirebbe e vorreste un attimo di silenzio.

Ma quel silenzio, come ogni cosa, nessuno ve lo può dare, donare, vendere, dall'esterno, siete voi che dovete cercarlo, trovarlo ed espanderlo, come? Guardando dentro di voi, imparando a capire che la mente, a volte, può essere altamente destabilizzante e frenetica, dopotutto lei fa solo il suo lavoro, ma voi potete sempre mollarla smettendo di credere e dare energia a tutti i pensieri da lei processati.

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La vera libertà, infatti, non consiste nel non pensare, nel mollare tutto e rinchiudersi in un monastero o nel lottare contro la mente coi suoi processi di pensiero. Libero è colui il quale, ovunque si trovi, decide di mollare i pensieri e andare per la sua strada, QUI, ORA, senza ieri né domani, vivendo l'istante come un dono prezioso e smettendo di sentirsi in colpa per ciò che è stato o in ansia per ciò che potrebbe accadere fra un istante, tutto il resto sono seghe mentali.

Vincenzo Bilotta

martedì 5 marzo 2024

Guarisci la tua Vita

Molti di noi hanno vissuto delle Vite abbastanza complicate. Vite fatte di maltrattamenti, episodi luttuosi, familiari possessivi, delle Vite che non sono state, di certo, sane nel tempo in cui, essendo bambini, avrebbero voluto vivere in maniera diversa, spensierata, senza troppe, inutili preoccupazioni.

Ma nessuno di noi sa, quando s'incarna, perché la nostra anima abbia scelto di farlo e, tantomeno, ignora il tipo di famiglia nella quale nascerà. Molte persone nasceranno in famiglie con genitori violenti, insensibili, che si separeranno o, ancora, nelle quali uno dei due morirà, lasciando un vuoto dovuto al lutto che molti figli, allora bambini, si porteranno, molto probabilmente, dietro per il resto delle loro Vite.

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Eppure bisognerebbe ACCETTARE il proprio vissuto, la famiglia nella quale si nasce e tutte le dinamiche che sorgono al suo interno. Invece, la maggior parte delle persone cosa fa? Resiste a ciò che è, a ciò che è stato e a tutte le dinamiche relazionali che si vengono a creare all'interno della famiglia di appartenenza, dinamiche tenderanno ad influenzare per sempre i bambini che le vivono.

In un certo senso, quelli di noi che nascono in determinate famiglie problematiche, nelle quali si vivono i lutti dei propri familiari, malattie importanti e litigi continui dovuti a problemi legati a proprietà, famiglie dove c'è poco spazio per l'amore perché tutto il resto è occupato dall'attaccamento alle cose e dal mero opportunismo, sono chiamati dalla propria anima a nascerci dentro per sanarle!

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Lo so, per chi non crede nella reincarnazione ciò sembra un'assurdità, ma questo non importa a nessuno. Ciò che importa, in realtà, è riuscire ad uscirne vivi, da queste famiglie all'apparenza folli. Ma si può fare di più: oltre ad uscirne vivi, si può guarire la propria Vita da ciò che sembrava irreparabile, anche perché vissuto in un passato remoto.

Quante volte, da adulti, subiamo ancora i condizionamenti vissuti nell'infanzia? Così, nelle relazioni, siano esse di amicizia, lavorative, amorose, ci trasciniamo dietro i fantasmi dell'infanzia, che teniamo ancora racchiusi negli armadi della memoria, una memoria che sembra proprio difficile da cancellare.

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E in effetti, i ricordi d'infanzia, specie quelli traumatici, sono i più difficili da rimuovere, tuttavia possono essere sanati, togliendo loro la carica emotiva. Fra le diverse tecniche per rivivere in maniera sana i ricordi che ci legano ancora in maniera traumatica al passato, una fra le più efficaci in assoluto è l'E.F.T. (Emotional Freedom Techniques).

E.F.T. (per saperne di più puoi visitare il sito: https://www.eft-italia.it/) è una tecnica di rilascio emozionale che ha compiuto veri e propri miracoli nella rimozione di traumi spesso risalenti ad episodi dell'infanzia che sembravano, almeno all'apparenza, rimossi ma che, tuttavia, mantenevano ancora attiva la loro carica emotiva, bastava un fattore scatenante ed essi tornavano a farsi vivi.

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Ovviamente, oltre ad E.F.T. ci sono svariate tecniche che si possono utilizzare, ma ritengo che questa sia, fra le tante, una delle più veloci, dirette ed efficaci esistenti nel panorama mondiale della psicologia energetica.

Se si riesce ad ACCETTARE il proprio vissuto familiare, perdonando se stessi e i propri familiari, anche quando questo potrebbe risultare molto difficile in alcune circostanze, affiancando a questo lavoro di accettazione e perdono alcune sessioni di E.F.T., si potrà riuscire, in un periodo di tempo più o meno lungo (ciò dipende dalla capacità del singolo soggetto a lasciare andare) a guarire il proprio passato e, di conseguenza, la propria Vita.

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Una volta applicata una tecnica da voi scelta per sciogliere le emozioni congelate, ACCETTANDO ciò che è stato e perdonando, infine, voi stessi e i parenti stronzi, potrete tornare a ricordare gli eventi traumatici senza, tuttavia, provare le sensazioni di rabbia, ansia, angoscia, dolore che, invece, provavate prima quando ancora l'innesco emotivo era pronto ad esplodere.

In pratica, seguendo queste procedure, svuotate gli episodi dal loro contenuto emotivo e, quando vi torneranno in mente li osserverete come se fossero così distanti da appartenere a qualcun altro. In quel momento potrete considerare guarito anche il vostro albero genealogico e capirete perché proprio voi eravate destinati ad incarnarvi proprio in quella famiglia di pazzi, presuntuosi, arroganti e chi più ne ha più ne metta. I vostri figli ma, anche, i vostri antenati vi ringrazieranno per il lavoro da voi svolto.

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Vi starete chiedendo cosa c'entrano gli antenati? C'entrano, perché la guarigione vostra, comporta una guarigione retroattiva che raggiungerà, per poi sanare, sia la vostra infanzia con l'episodio specifico, che, di conseguenza, tutto l'albero genealogico indietro fino al capostipite (se vuoi approfondire l'argomento, ne parlo nel mio libro ALCHIMIA DELLA COSCIENZA, YOUCANPRINT EDIZIONI).

A volte molti vissuti, per quanto drammatici possano sembrare, preparano alcuni di noi ad un cammino di crescita personale, cammino di catarsi da quelle che sembrano delle maledizioni familiari e che, invece, una volta trovata la chiave di lettura idonea a sciogliere gli schemi familiari, diventeranno delle opportunità per sanare l'albero genealogico guarendo, così facendo, la nostra Vita e quella di tutto l'albero, perché tutto è uno e quello che facciamo a noi stessi in termini di crescita, perdono, amore, consapevolezza e COMPRENSIONE, lo avremo fatto, seppur in maniera apparentemente indiretta, a tutti i nostri familiari, compresi quelli con i quali non abbiamo più rapporti o non sono più in Vita.

Vincenzo Bilotta


martedì 20 febbraio 2024

Noi siamo responsabili di ciò che gli altri ci fanno

Quando subiamo dei torti, siano essi da parte di estranei che di parenti, tendiamo, in base al comune agire, a dare la totalità della colpa agli altri. Così facendo crediamo, erroneamente, di essere delle vittime passive dei comportamenti offensivi, aggressivi, denigratori che gli altri pongono in essere nei nostri confronti.

Ma, in realtà, le cose non stanno proprio così. Partiamo dal presupposto che tutto, nell'universo, terra compresa, è interconnesso. Anche gli umani, gli animali, i minerali, le piante etc. Entra qui in gioco l'effetto farfalla, in base al quale ogni singolo battito di ali di una farfalla può provocare uno tsunami dall'altra parte del mondo rispetto al luogo dove la farfalla si trova.

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Ma cosa significa tutto questo se lo rapportiamo alla Vita quotidiana, alle "ingiustizie" che subiamo? In pratica tutto! Ogni cosa è connessa con tutte le altre, ma non solo. Entra in gioco anche la legge dell'attrazione, per conoscere meglio questa legge vi rimando al capitolo OMAGGIO del mio libro che troverete in questo blog digitando sul motore di ricerca: LA LEGGE DELL'ATTRAZIONE.

Noi siamo connessi con ogni pianta, animale, minerale, vegetale, esistente sulla terra e, di conseguenza, ogni nostra emanazione è direttamente percepita da ogni altra cosa, pianta o persona nel mondo. Però, c'è sempre un però!

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Ogni persona possiede una vibrazione differente. C'è chi vive nella vibrazione del dolore, chi in quella della rabbia, chi in quella dell'amore, e ad ogni vibrazione emanata nell'universo, ne attireremo una simile a quella da noi trasmessa quanto ad intensità e tipologia.

In parole più semplici, se paragonassimo le vibrazioni a delle frequenze radio, ecco che, a seconda della frequenza ci sarebbe un canale corrispondente nel quale sono in ascolto tutti coloro i quali decidono di sintonizzarsi sulla medesima frequenza in quel preciso istante.

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Se, in un certo momento della nostra Vita, o nel corso della giornata, siamo sintonizzati sulla frequenza della rabbia, ecco che attireremo persone sintonizzate sulla stessa lunghezza d'onda, ciò anche se non saremo coscienti della nostra rabbia e, di conseguenza, non ci renderemo conto di essere arrabbiati pur non mostrandolo.

Ecco spiegato il motivo per cui in quel preciso istante attireremo persone che c'insulteranno senza motivo apparente. Il motivo, in realtà, c'è, ma noi non ne siamo coscienti. Proprio per il fatto di non essere coscienti di essere sintonizzati sulla frequenza della rabbia accadrà che daremo tutta la colpa alla persona che ci aggredisce.

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In verità la responsabilità, seppur non cosciente, è anche nostra, sempre. Noi riceviamo ciò che emaniamo e, se non ci piace, possiamo cambiarlo, ma non all'esterno, semmai al nostro interno, dopo averne, prima, preso coscienza, diversamente continueremo a lottare contro i mulini a vento senza venirne mai a capo.

Ecco perché è importante osservarsi, percepire ciò che proviamo in un dato istante. In questo modo riusciremo a sentire se c'è qualcosa in noi che non va e, così facendo, potremo trasformare la nostra rabbia, paura, ansia, in qualcosa di positivo che ci consenta di vivere ed attrarre una realtà in cui nessuno ci attacca ma, lungi da tutto ciò, tutti ci vengono incontro al solo scopo di interagire ed evolvere con noi in maniera costruttiva.

Vincenzo Bilotta

lunedì 5 febbraio 2024

Nessuno può renderti felice

Nessuno può renderti felice, solo tu puoi esserlo. La società odierna ci ha insegnato che la felicità è qualcosa che va ricercato al di fuori di noi. Ci hanno insegnato che per essere felici bisogna istruirsi, imparare le buone maniere, essere accettati e, di conseguenza, piacere a tutti, sposarsi, ricoprire dei ruoli importanti e possedere un numero infinito di beni materiali.

Così molti inseguono questo mito, frutto di un'idea avuta da qualcuno che, di certo, non vuole il bene dell'umanità, ma solo la sua schiavitù. Sì, perché fino a quando continueremo a credere che la felicità sia qualcosa di esterno a noi, prima o poi rimarremo delusi. Nessuno, infatti, può renderci felici, ciò per il semplice fatto che la felicità non consiste nel possedere qualcosa o qualcuno, la felicità consiste, semmai, nell'ESSERE, nel conoscere se stessi, facendo luce sulla propria interiorità.

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La difficoltà maggiore nel raggiungere la propria felicità sta proprio nell'inseguire qualcosa al nostro esterno, ciò perché questo correre dietro alle illusioni, ci allontana da noi stessi, dalla nostra interiorità, dalla riscoperta di noi quali creature complete in noi stesse. Solo lo smettere d'inseguire le illusioni esterne fino a centrarsi in sé, ci permetterà di essere felici.

Felicità è fare pace con se stessi, dopo aver preso coscienza del fatto che tutti i tesori che inseguivamo in giro per il mondo li avevamo già nascosti dentro, ma nessuno, tranne noi, aveva interesse a che li trovassimo, sia perché nemmeno i nostri educatori, genitori, insegnanti, spesso riescono a giungere ad una completa conoscenza di se stessi da tramandare, poi, agli altri, sia perché, nel caso di chi ci governa, non ha nessun interesse a vedere delle persone che raggiungono la felicità in maniera autonoma.

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Molti fanno di tutto per apparire felici. Lo notiamo ogni sera, se usciamo in giro per i locali: tutti sorridono, sembrano divertirsi a bordo delle loro auto lussuose, coi visi abbronzati dalle lampade e i denti sbiancati, vestiti alla moda, con l'ultimo taglio di capelli come i divi di Hollywood. 

Ma questi sono solo atteggiamenti di facciata, e molte di queste persone oltre all'estetica conoscono ben poco rispetto a ciò che risulta essere la vera felicità. Si vive in funzione del giudizio degli altri, per piacere, per essere accettati ed avere, di conseguenza, tante persone che ci seguono sui social, così almeno l'apparenza è salvata.

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Ma riguardo all'essenza, al ritrovare se stessi fino ad ESSERE, beh, c'è sempre tempo! In realtà sono solo scuse per procrastinare il lavoro di crescita personale, il solo che potrebbe portare, se seguito con volontà e dedizione, alla liberazione dalle convenzioni sociali e dalla dipendenza dall'approvazione degli altri per sentirsi felici ed accettati.

Molte persone che conosco mi dicono che a volte meditano, quando hanno tempo, ma quasi subito smettono, perché si addormentano! Questi sono solo meccanismi di autosabotaggio della mente. La mente, infatti, vorrebbe rimanere al controllo della nostra Vita. Essa, infatti, non vuole essere addomesticata o trascesa, altrimenti finirebbe di dominarci facendoci vivere come automi sotto l'incantesimo dei suoi pensieri.

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Quasi tutte le persone che cominciano a meditare, quindi, lo fanno saltuariamente, poi smettono. In effetti le capisco, non è un percorso per tutti, ci vuole volontà per ESSERE, mentre per apparire basta avere e mostrare per ottenere subito l'approvazione da parte del popolo. La scelta, in ogni caso, è nostra, nessuno può renderci felici, solo noi possiamo.

Quando riusciremo ad essere senza avere più bisogno di mostrare nulla né, tanto meno, di volere a tutti i costi piacere agli altri e cominceremo, al contempo, a guardare, accettare, fare luce su ciò che già possediamo al nostro interno, allora il primo passo verso la liberazione sarà compiuto e noi potremo, finalmente, definirci delle persone complete e felici!

Vincenzo Bilotta

lunedì 15 gennaio 2024

Perché non sei felice?

Molti di noi ricercano la felicità, ma quasi nessuno la trova. Ma perché la gente non riesce ad essere felice? Eppure, oggi come oggi, con tutta la tecnologia, le interazioni, il benessere e le comodità delle quali l'uomo moderno dispone, sembrerebbero sussistere tutti i presupposti affinché ogni uomo, su questa terra, possa avere la sua fetta di felicità, ma non è così.

Come ho spiegato sia nei miei libri che in diversi articoli che trovate in questo mio blog, non si riesce ad essere felici perché si guarda nella direzione sbagliata, e cioè fuori. Il fuori non potrà darci mai una felicità duratura, ma soltanto effimera, io la chiamerei più dipendenza che felicità, considerando il fatto che l'aggrapparsi a qualcuno o qualcosa che è a noi esterno crea in noi in automatico una forma di dipendenza.

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Ma, a parte il volgere lo sguardo dalla parte giusta, perché sempre meno persone riescono ad essere felici? Molti parlano di trovare la felicità dopo averla cercata, ma la felicità non è un oggetto che va cercato, non è un qualcosa di materiale. 

La felicità è uno stato d'animo, qualcosa che è già in noi, fa parte del nostro essere umani, quindi non è materiale né, tanto meno, va cercata. La felicità va riconosciuta, dopo averla ricontattata. Essa è sempre stata in noi, ma va scelta. Il fatto è che nessuno, né in famiglia né, tanto meno, altrove, ci ha mai insegnato a ricontattarla, a riconoscerla e, soprattutto, nessuno ci ha mai detto che essa risiede già al nostro interno e non è un oggetto che va acquistato dall'esterno che servirà, poi, a completarci, a renderci felici. 

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La ricerca eterna della felicità al nostro esterno è consumismo, non completamento. I mass media faranno insorgere in noi, attraverso il bombardamento pubblicitario, dei nuovi bisogni, ciò allo scopo di farci sentire incompleti e indurci a comprare quel determinato prodotto da loro sponsorizzato facendoci illudere sul fatto che, solo dopo averlo acquistato, saremo alla moda, completi, addirittura felici! Niente di più falso!

Ma il solo ricontattare la nostra interiorità, il solo riconoscerci già completi, basta, da solo, a renderci felici? La risposta è no! Prima occorrerà liberarsi, da soli, dei condizionamenti subiti per anni, decenni, dalle persone che nutrivano, nei nostri confronti, delle aspettative, altrimenti sarà una ricerca vana che non porterà a nulla.

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Sì, vi sto dicendo che non siete felici perché non riuscite ad essere voi stessi, spontanei, puri, senza le sovrastrutture che vi hanno costruito addosso, assieme alla vostra personalità attuale, attraverso il processo di addomesticamento, al secolo educazione.

E vi garantisco che continuerete ad essere infelici, tristi, ansiosi, arrabbiati, depressi, a sentirvi incompleti, fino a quando non deciderete di smettere di contentare gli altri per cominciare a VIVERE e realizzare voi stessi, i vostri sogni, le vostre aspirazioni attraverso l'utilizzo dei vostri talenti naturali.

Se siete impiegati in un ufficio anonimo perché i vostri genitori vi hanno inculcato l'idea che avere il posto fisso vi permette di vivere bene ma voi volevate fare i d.j., è naturale che adesso non si sentite realizzati e rendete pure poco nel vostro attuale lavoro impiegatizio.

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Il fatto è che noi ci rendiamo infelici per far felici gli altri, siano essi genitori, partner, amici e lo facciamo per non deluderli. Ma, così facendo, non ci rendiamo conto che noi rimarremo sempre scontenti, incompleti, infelici e gli altri, lungi dall'essere soddisfatti da quello che è un vero e proprio sacrificio umano, pretenderanno sempre di più.

Il fatto è che quando facciamo felici gli altri, noi restiamo a mani vuote, col solo merito di aver fatto qualcosa di buono per qualcuno. Fare felici gli altri è sicuramente una bella cosa, ma a patto di non rendersi infelici, sacrificando la propria realizzazione o, peggio, annullando ogni progetto di crescita e realizzazione personali.

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Noi siamo nati per essere felici, non schiavi delle aspettative altrui, diversamente la nostra anima non avrebbe preso in prestito il corpo che attualmente abitiamo. Impariamo ad amarci di più, a liberarci dai condizionamenti, dai sensi di colpa, dal senso del dovere, poi realizziamo la nostra felicità, perché se non ci pensiamo noi a realizzarla, troveremo sempre qualcuno che ci manipolerà a proprio vantaggio per realizzare le sue, non le nostre aspettative.

Siamo nati liberi, non sottomettiamoci alle aspettative di nessuno; ci siamo incarnati allo scopo di realizzare i progetti della nostra anima, non quelli dei nostri genitori, amici, preti, partner vari; siamo destinati alla felicità, basta ricontattarla dentro dopo essersi destrutturati dagli schemi educativi che ci vogliono rendere schiavi del mondo esterno; siamo nati per sviluppare e mettere a disposizione del mondo i nostri talenti, non sprechiamoli, mai e per nessuna ragione.

Vincenzo Bilotta